La Fondazione Venture Thinking nasce con l’obiettivo di creare un “ponte” tra l’elaborazione teorica delle idee con le quali pensare, in logica generativa e di sostenibilità, il futuro della società e la declinazione implementativa che a tali idee occorre dare per rendere realtà il pensiero. Il nome della fondazione vuole sottolineare queste due dimensioni “portanti” dell’esperienza umana e sociale – pensare ed agire – che troppo spesso non dialogano né convergono verso un obiettivo comune: thinking and venturing. Elemento portante e unificante di questa visione è una pulsione etica e la certezza che per comprendere e agire in un mondo complesso e cangiante servono competenze molto diversificate e un approccio investigativo aperto, critico, curioso e completo.
Punto di partenza e motore della Fondazione è la comprensione delle forze che determinano la trasformazione del contesto in cui operiamo e viviamo – spazi edificati e territori – per poter identificare politiche ed azioni (generative appunto) che ci consentano di governare in chiave di sostenibilità tali processi e quindi, per quanto possibile, lasciare ai nostri figli un mondo migliore.
Il primo ambito di applicazione è identificabile nel “new ways of working, new ways of thinking” e quindi nel grande ambito della trasformazione del mondo del lavoro e dei modi del lavoro, che vede nella digitalizzazione e nella pandemia i principali drivers di cambiamento. In questo contesto, l’enfasi della Fondazione è posta sulla “coppia” spazio-uomo con l’obiettivo di comprendere come queste due entità co-evolvono nella pratica quotidiana.
A tal proposito, tre sono i punti di attacco della Fondazione: rigenerazione, innovazione e sostenibilità [degli spazi] per rendere possibili nuovi modi di lavorare e di pensare, nuove forme – misurabili e dunque controllabili – di produttività che superano il trade off lavoro/benessere, forgiando sia nei progettisti che negli utilizzatori un mindset aperto alla curiosità, solidamente razionale ma aperto a dubbi e intuizioni, rispettoso della diversità (anche dei punti di vista) e guidato da valori etici.
La missione di Venture Thinking è dunque supportare gli stakeholder di spazi edificati e territori nel processo di concettualizzazione da un lato e progettazione dall’altro di luoghi rigenerati capaci di accogliere e facilitare l’integrazione dell’esperienza e di ampliarne le possibilità creative. Così facendo questi luoghi riprogettati aumentano il loro contributo al bene comune del territorio.
L’iniziativa è nata dalla volontà ed energia di cinque persone, con storie e competenze diverse maturate nel corso di un lungo e diversificato percorso professionale e manageriale in Italia e all’estero; cinque individui dalla forte caratterizzazione, ma accomunati da una stessa passione e visione per la possibilità non solo di pensare ma anche di tradurre in fatti concreti un cambiamento positivo. Una fondazione leggera, dunque, connessa agli ecosistemi territoriali – anzi essa stessa un ecosistema – che si
pone come proprio obiettivo di valorizzare innanzitutto le competenze, le esperienze, la storia e le relazioni dei fondatori per dare corpo a idee promettenti, verificandone la completezza, fattibilità, utilità e robustezza, integrandole ove necessario e dando il la alla loro concretizzazione.
Il compito operativo che la fondazione si è data è affiancare gli attori della vita quotidiana quali le grandi Corporation, le Fondazioni di capitale, le Istituzioni pubbliche che sono, di fatto, motore del cambiamento – nel selezionare, finalizzare e concretizzare le idee più promettenti evitando che – come accade a molte idee e progetti di ricerca – rimangano esercizi sterili destinati al cassetto di qualche dirigente o risplendere inutilmente sulle pagine patinate di una rivista scientifica. Perché alla fine ci interessa che il ponte sia aperto e la vita sociale, attraverso di esso, possa fluire.
Marta Bertolaso – Professore di Filosofia della Scienza e dello Sviluppo Umano presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma (Italia) e Adjunct Professor per l’Università di Bergen – Porta alla Fondazione Venture Thinking l’esperienza in filosofia dell’agire scientifico e tecnologico, e nella filosofia dei sistemi complessi e sviluppo integrato. Pensiero critico e virtù epistemiche costituiscono la controparte anche educativa della epistemologia relazionale di cui è esperta.
Daniele Di Fausto – Laureatosi in Ingegneria presso l’Università di Roma Tor Vergata, nel 2013 diventa CEO di eFM, premiato da Manager Italia come il CEO più giovane d’Italia nel Real Estate. Completa la formazione con un MBA presso IESE Business School. Guida il processo di internazionalizzazione di eFM, aprendola ai mercati di Europa, USA, America Latina, Asia. – Porta alla Fondazione Venture Thinking la competenza sul tema della relazione tra uomo e spazio, la sua forte vocazione al digitale e il suo approccio ecosistemico.
Elena Granata – Professore di Urbanistica e Analisi della città e del territorio al Politecnico di Milano e Vicepresidente della Scuola di Economia Civile (SEC) – Porta alla Fondazione Venture Thinking il punto di vista dell’urbanistica e della sostenibilità letta in chiave sistemica.
Andrea Granelli – Maturità classica, laurea in ICT, specializzazione in psichiatria ed Executive MBA – Porta alla Fondazione Venture Thinking la sua esperienza pluriennale nell’esplorazione delle molte facce e forme dell’innovazione e nella conduzione di aziende tecnologiche, con connesso il tema della leadership e della sua trasformazione per agire in contesti sempre più complessi, cangianti e tech-driven.
Carlo Marini – Laurea in Economia Politica con specializzazione in Teoria dei Giochi. Manager di banca, per un decennio opera nei mercati dell’Est Europa. Dal 2017 cavalca la nascita del Fintech concentrandosi sul mercato italiano ed in particolare sulle PMI. Professore a contratto di Digital Economics presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Consigliere della Fondazione Piacenza e Vigevano – Porta alla Fondazione Venture Thinking la sua conoscenza tanto delle grandi aziende, perennemente alla ricerca di un equilibrio tra economie di scala e complessità, quanto dei territori e del multiforme mondo delle PMI italiane che si apprestano a fronteggiare un triplice cambiamento epocale: quello del passaggio generazionale, della digitalizzazione e della crescita sostenibile.